Boulder a Ussel in Valle d’Aosta
Marco Nardi racconta la riqualificazione e ampliamento della storica area blocchi di Ussel in Valle d’Aosta.
Un periodo intenso di lavoro quello appena trascorso che mi ha visto lavorare sodo per riportare alla luce Ussel, una delle aree boulder più storiche della Valle d’Aosta. Tutti le mattine, guardando le montagne, vedevo questi pochi massi sparsi nel bosco ormai quasi del tutto dimenticati. Ussel è stata una delle prime aree boulder moderne della Valle, alla fine degli anni ’70 era normale trovare anche una ventina di persone aggirarsi tra i massi per scalare sempre, e rigorosamente, senza crash-pad! Alcune linee erano veramente pericolose per esposizione ed altezza e le difficoltà raggiungevano comunque un discreto 6C. Negli anni ’80 viene liberato il blocco più duro di allora: "Rosa Canina" (7A) una linea in strapiombo di concezione nuova rispetto alle precedenti salite, si abbandonano le fessure per salire lungo piccole prese su un inclinazione di quasi 30° e alla fine, quando i piedi non trovano più alcun appoggio, l’unica soluzione è un lancio fuori dallo strapiombo che per l’epoca senza alcuna protezione a terra doveva essere un banco di prova.
Ma dalla fine degli anni ’80 l’area venne quasi del tutto dimenticata a favore di quelle zone più famose e con blocchi molto più difficili.
Nell’estate del 2013 decido che è ora di fare un sopralluogo per capire le potenzialità dei massi. Fin da subito capisco che almeno i blocchi storici dovevano essere ripuliti ma non pensavo di riuscire a scovare nuove salite. Ogni giorno a partire dall’estate ho girovagato nel bosco fin quando un sasso alto circa 8 metri richiama la mia attenzione. Una prua molto strapiombante che si chiude fino al suo culmine, intravvedo una linea e inizio a pulire tirando fuori letteralmente da sotto il muschio le prese. Alla fine dell’estate nasce così "Amélie" (7B+) ed è semplicemente fantastica. Si sale tutto su svasi dove agganci di punta e tallonaggi devono essere precisi, pian piano si risale fino al sua punta, là dove la prua si chiude, cercando di non perdere i piedi per ribaltare sugli ultimi 3 metri più facili.
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Grazie a questa salita capisco che devo rivedere tutta la zona con occhi nuovi, armato di scala e spazzola inizio a scavare sulla roccia coperta da muschio e così in breve tempo nascono altre linee dal facile (4°) al difficile (7C+). In particolare "Revelation" (7C) sembrava non avesse possibilità di salita: sul lato sinistro dello strapiombo di "Rosa Canina" corre una sottile canna che sembrava intenibile per la mancanza di piedi ma alla fine un piccolo appoggio si "rivela" alla spazzola e così anche i movimenti di salita. Tra i blocchi riprendo anche in mano un vecchio progetto degli anni ’80. In cima alla collina c’è un masso strapiombante già salito con partenza da "in piedi" sul 6C di difficoltà e nonostante si sia provato a lungo a partire seduti, sembrava proprio troppo difficile a causa della rottura della presa di partenza. Alla fine a forza di prova e riprova capisco il metodo che mi costa anche un bello stiramento muscolare ma "Butterfly effect" (7C+) diventa la linea più dura di Ussel.
Alla fine la zona passa dalle 40 linee alle 60 con difficoltà che vanno dal 4° grado fino appunto al 7C+. Il potenziale dei massi è ancora molto ampio e non è detto che in un futuro prossimo non ci vada a mettere nuovamente mano ma per ora sono concentrato nell’apertura di una nuova area in bassa Valle d’Aosta….
di Marco Nardi
SCHEDA: Ussel, Valle d’Aosta