Alla scoperta del Pizzo Matto in Val Grosina
Alpinismo in Valtellina: la Guida Alpina Eraldo Meraldi presenta Pizzo Matto (2993m) in Val Grosina – Alpi Retiche (SO); l’escusione al passo di Vermolera e la via normale al Pizzo Matto.
L’incantevole e meravigliosa Val Grosina è una laterale della Valtellina che inizia tra i ridenti paesi di Grosio e Grosotto; è divisa in due distinte vallate principali (occidentale ed orientale), con ramificazioni complesse ed intricate e si presenta con paesaggi alpini suggestivi ed intatti. Una valle tutt’ora poco conosciuta, veniva così descritta sulla “Guida alla Valtellina” edita dalla sezione Valtellinese del Club Alpino Italiano nel 1884: “Una descrizione minuta di questo bellissimo e solitario bacino è impossibile a farsi; esso è un labirinto di valli, di balze, di varchi, di boschi, di pascoli, sormontati da ghiacciai e cime superbe. E’ tutto quest’avvicendarsi delle più disparate forme sotto le quali puossi contemplare il creato, e la ricchezza della flora, e la moltitudine dei minerali rendono questa valle gradita non meno all’alpinista, che al botanico e al geologo. Anche gli abitanti sono di tipo bello e robusto, e vi è tradizionale la riputazione di avvenenza del sesso femminile.”
La val Grosina offre luoghi solitari e romantici dove ancora si riesce ad “ascoltare il silenzio” ed assaporare i profumi della montagna come una volta, quando l’andar per monti era per pochi.
Tra le tante e belle montagne della zona, spicca il Pizzo Matto formato da tre creste e altrettanti versanti con il particolare avamposto a due punte che ne caratterizza il versante meridionale; la parete est offre una bella parete verticale e compatta adatta all’arrampicata. La prima ascensione è stata effettuata da L.Darmstadter con J.Stabeler e Chr.Schnitzler il 9 di luglio del 1893 dal versante NW.
Il toponimo “Matto” non fa riferimento alla perdita della ragione o allo squilibrio mentale, semplicemente “Mat” in gergo locale significa ometto, ed infatti sono proprio gli ometti a caratterizzare i punti di riferimento sui sentieri o sulle vie di salita.
Duilio Strambini di Grosio fu il grande valorizzatore delle montagne della val Grosina percorrendone creste, pareti, traversate in ogni momento a sua disposizione, di giorno di notte e in ogni stagione, in compagnia di amici o in solitaria. Alpinista e in seguito guida alpina seppe far amare “le sue montagne” sempre con il sorriso che tanto lo contraddistingueva. Era un intelligente trascinatore, un alpinista con la A maiuscola, un sognatore romantico della montagna, aveva una genuina passione che coinvolgeva diventandone un’icona che tutt’ora vive non solo nei ricordi di chi ha avuto la possibilità di conoscerlo.
Lungo la cresta ovest-sud-ovest Bruno Gilardi e Duilio Strambini l’11 luglio 1971 tracciarono la via più lunga su questa montagna; 500 m di difficoltà di III e IV grado, la denominarono la “via dei matt”: “un’arrampicata interessante, tutta varia, bella e divertente che quel senso di scoperta proprio di una prima ascensione m’ha fatto gustare ancor di più”. Nell’agosto dell’anno successivo Duilio ne fece la prima solitaria e prima ripetizione definendola “la bella scoperta del Pizzo Matto”.
Così Bruno Gilardi di Grosio, ricorda ancora quella salita: “Eravamo arrivati la sera prima a Malghera con la “1100” e alla mattina presto siamo saliti verso il Pizzo Matto per fare un giro senza alcuna meta precisa; arrivati alla base della cresta ci siamo detti “proviamo a salire”. Ad un certo punto ero io davanti su un diedro con una placca liscia ma non ne venivo a capo, anche perché avevo degli scarponi militari non proprio adatti all’arrampicata. Passato in testa Duilio risolse il tiro di corda senza particolari problemi. Io non me la sentivo di salire da lì, non ce la facevo; quindi mi slegai, Duilio sfilò la corda verso l’alto, io salii da un tratto laterale più facile e appena ricongiunti continuammo verso la cima. Arrivati in vetta, era già tardi scendemmo rapidamente al passo di Matt (verso nord) ed io scesi velocemente a Malghera; la mia allora fidanzata ci stava aspettando molto preoccupata per il ritardo… Duilio scese con calma, si era attardato a fotografare fiori e penso anche a guardarsi in giro, incantato come sempre dallo splendore delle montagne”.
La parete est è quella che più si presta per l’arrampicata non per niente vi sono state tracciate delle belle vie. La “via Toni” del 1 settembre 1991 con difficoltà fino al VI e A1, è stata la prima ad essere aperta; in seguito raddrizzata per renderla più omogenea nelle difficoltà. Le vie più recenti (“Dorifera” 6b+, 6a+ obb. 5L + 100 m III – 210 m attrezzata a fix, utile qualche friend medio-piccolo e “Orecchini di perla” 6a+ , 6a obb. 2L – 120 m interamente da proteggere) sono state aperte dalla giovane talentuosa guida alpina grosina e freerider Giuliano Bordoni che con grande amore e passione sta facendo molto per la valorizzazione di queste vallate incantevoli.
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Degna di nota è una via nuova aperta su ottima roccia sempre da Giuliano & C. nel 2010 sull’avancorpo sud-ovest del Pizzo Matto denominato da lui “Sperone Cinto” in memoria di un buon amico (Giacinto della Valle) a cui ha voluto bene; la via “Hey Doug” (5c, 5b obb. 9L – 250 m) è invece dedicata al celebre alpinista britannico Doug Scott.
Grande spiritualità e devozione per i grosini sono in val Grosina il Santuario della Madonna della Misericordia (Madòna de la Néf) o del Muschio a Malghera e la chiesa dell’Immacolata di Lourdes, detta anche “Madonna di Eita” a Eita. Fate una breve sosta nelle chiese al ritorno dalla montagna. Qui in val Grosina si respira aria buona, aria viva e la fede è autentica; ne trarrete beneficio, ve ne andrete con il cuore in pace, vedrete un mondo migliore, la vita sarà più gioiosa e le montagne più luminose. Non vedrete certamente l’ora di ritornare in questo “infinito paradiso grosino”.
Itinerari
Il passo di Vermolera, rappresenta il più logico e semplice collegamento fra la val Grosina occidentale (val di Sacco) e la val Grosina orientale (val d’Avedo). Il sentiero fa anche parte del “Sentiero Italia”, dell’Alta Via della “Magnifica Terra” e della “Via Alpina”. Bellissima e consigliabile l’intera traversata.
1. Itinerario escursionistico da Malghera – val di Sacco, al passo di Vermolera
Da Malghera (1937 m) in prossimità del Santuario, si segue l’evidente stradina che porta in breve alla casera di Sacco (2008 m) e si scende al ponte sottostante per passare sul versante opposto. Si prosegue sempre su stradina a mezzacosta fino alla baita delle Mandrie Vecchie (casera di Mandrì Végi 2062 m) e da qui si prende l’evidente sentiero che sale sulla destra poco prima della baita. Il sentiero sale con qualche tornante fino alla casera di Cavic’ (2150 m) lasciando poco prima una deviazione sulla destra. Poco dopo si giunge in prossimità di un’altra baita e con un ultimo tratto ripido si giunge alla base dello splendido ripiano di Pian del Lago. Arrivati al torrente lo si supera dove possibile e poco sopra si giunge al bivacco di Pian del Lago (Baitèl del Pian del Laach 2327 m). Da qui in avanti il sentiero è poco evidente e bisogna affidarsi a vari ometti o paletti posti a ragguardevole distanza. In fondo alla piana si costeggia il lago e stando alla sinistra del torrente si supera un breve tratto ripido giungendo così al piano superiore del Pian del Lago a quota 2400 m circa caratterizzato da piccole paludi. Si prosegue verso est guadagnando gradualmente quota fino alla base di un ripido pendio detritico rimontandolo prima sulla destra (tracce), poi con una diagonale a sinistra si entra in una valletta sassosa che seguendola più o meno al centro porta all’ampio pianoro del passo di Vermolera.
2. Itinerario escursionistico da Eita – Val d’Avedo, al passo di Vermolera
Poco prima di Eita si segue la stradina per la val d’Avedo. Si passa l’abitato di Stabline (1835 m) e superata una strettoia si raggiunge in piano l’alpe di Vermolera (1930 m). Si continua sulla mulattiera che risale la ripida e sinuosa costa destra idrografica del torrente raggiungendo i laghetti di Tres (2192 m). Superato i laghi ad un bivio si prosegue verso sinistra seguendo il sentiero ora meno evidente che salendo gradualmente porta al lago di Venere (2408 m). Ora per ripidi sfasciumi fino ad un canalino che si sale a stretti tornanti, passando tra grossi massi si raggiunge così il passo di Vermolera (2732 m)
3. Via normale al Pizzo Matto
Dal passo di Vermolera, sul versante della val di Sacco, si sale gradualmente verso sinistra lungo una pietraia su blocchi abbastanza stabili (qualche bollo bianco e ometti) fino ad arrivare ad un canale sempre sassoso. Lo si risale fin quasi al suo termine per poi deviare a sinistra passando una breve strozzatura dietro un sassone. Si continua a mezzacosta su cengia detritica per una cinquantina di metri arrivando alla base di un breve risalto roccioso (10 m) che si supera in facile arrampicata (II grado). Si prosegue su stretta cengia inclinata che va a raggiungere l’evidente intaglio sulla cresta sud che divide l’anticima appena aggirata e la cima. Ora lungo la cresta che si fa aerea e superati due piccoli intagli si arriva al tratto finale caratterizzato da una breve crestina esposta e così alle ultime roccette che portano alla vetta (passi di II grado). La discesa avviene dallo stesso itinerario.
Difficoltà: escursione al passo Vermolera = E, la salita alpinistica al Pizzo Matto = F+
Periodo: da giugno a fine ottobre
Quota di partenza: 1937 m Malghera / 1644 m innesto strada Eita
Dislivello: Malghera – passo Vermolera 830 m, Pizzo Matto 1100 m / Eita – passo Vermolera 1100 m, Pizzo Matto 1350 m
Esposizione: Malgera, passo Vermolera W – Eita, passo Vermolera E – Pizzo Matto WS
Tempo di salita: Malghera, passo Vermolera 2-3 h / Eita, passo Vermolera 3-4 h / Pizzo Matto 1-1.30 h
Punti di appoggio: val Grosina occidentale, Malghera – rifugio Malghera 333.9258966, 338.6384629 / val Grosina orientale, Eita, rifugio Eita 338.2782447, 347.6722485 / Fusino, locanda val Grosina 344.2374799
Cartografia: Kompass 96 Bormio, Livigno, Valtellina 1:50 000
Per qualsiasi informazione escursionistica o alpinistica: Guida Alpina Giuliano Bordoni 348.8747912, ne sarà certamente felice.
Accesso stradale: da Bormio o da Tirano ci si porta a Grosio quindi seguendo le indicazioni si sale verso la frazione di Ravoledo proseguendo fino a Fusino (1203 m). (Per poter proseguire tiket di 3 euro giornaliero in prossimità della chiesa). Per Malghera: in prossimità della chiesa si prende la deviazione a sinistra che porta al ponte sul torrente Roasco alla base della diga del bacino idroelettrico di Fusino. La strada, quasi tutta interamente asfaltata, sale seguendo un lungo traverso sul fianco della val Grosina occidentale, e passa attraverso diversi nuclei caratteristici sistemati con cura e dedizione fino al suo termine a Malghera (1937 m). Per Eita: da Fusino si prosegue verso nord superando poco dopo il ponte del Guer (1545 m), seguendo la strada interamente asfaltata di circa 7 km si arriva alla deviazione per la val d’Avedo appena prima di Eita.
diEraldo Meraldi